Passione fotografica
Sommario
Funzionamento reflex digitali - Requisiti fondamentali - Gli obiettivi - La messa a fuoco - L'esposizione
- Il diaframma e la profondità di campo - Tempi di scatto - regola dei terzi - il colore
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Per quanto riguarda quella manuale, è doveroso dire che la maggior parte dei corpi macchina attualmente in commercio posseggono sia un prisma che un microprisma. Ogni volta che osseviamo il nostro soggetto dal mirino dobbiamo tenere presente la nitidezza dell'immagine senza la presenza di linee spezzate.
Lo specchio in dotazione, in poche parole, devia la luce riflessa dal soggetto facendola apparire sul nostro schermo di messa a fuoco, tramite l'obiettivo è poi possibile regolare la nitidezza di tale soggetto.
La maggior parte delle reflex digitali è, inoltre, munito di correzione diottrica. Infatti ad altezza mirino è possibile osservare una piccola ghiera di regolazione, la quale permette di verificare la messa a fuoco anche nei casi in cui l'operatore abbia problemi di vista, dunque del tutto personalizzabile.
Un'altro metodo è quello riguardante "l'autofocus".
Nel caso delle reflex digitali è chiamato "passivo" perchè il sistema su cui opera il nostro corpo macchina è basato sul concetto che finchè una immagine non è contrastata in maniera adeguata allora l'obiettivo deve essere necessariamente modificato a tal fine.
Dunque una immagine con contorni definiti e contrasto accentuato a volte può significare immagina scura e sottoesposta. Naturalmente non è sempre così, in presenza di illuminazione adeguata e riflessi non troppo accentuati, l'autofocus fa un eccellente lavoro. Quando invece ci ritroviamo con condizioni di illuminazione scarsa, il più delle volte è bene affidarsi alla messa a fuoco manuale.
In poche parole la luce riflessa entra nel nostro obiettivo, successivamente essa segue due precisi percorsi: il primo, grazie allo specchio principale, devia la luce verso il mirino permettendoci la visuale del soggetto. La seconda, tramite specchio secondario, devia la luce verso il sensore Cmos il quale analizza l'immagine e regola automaticamente l'obiettivo, tramite contatti, per la messa a fuoco ottimale.
Nel caso di autofocus passivo, due sono le modalità da tenere sempre presenti: "il singolo", la fotocamera mette a fuoco quando viene premuto il pulsante di scatto fino a qundo l'immagine non appare nitida, "il continuo", la fotocamera analizza e mette a fuoco in modo ripetuto fino a quando non avviene lo scatto.
Metodo molto utile in caso di fotografia ad uccelli o soggetti in movimentio dove la messa a fuoco deve risultare veloce ed accurata con tempi molto brevi.
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